Ab initio

Ricominciamo. Da capo. (ex Discanto)

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Declinazioni della passione

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Mi hanno detto che far parte di un partito è come far parte di una coppia. Ci sono alti e bassi, a volte ti incavoli e vorresti mollare tutto e poi, basta un attimo, una parola, un discorso, un gesto e saresti diposto a scalare le montagne. Bene, è ora che iniziamo a scalare le montagne.

(Debora Serracchiani)

Written by Fabio

04/05/2009 at 9:31 am

L'amore non ha età

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Stazione di Monterosso (SP), Aprile 2009.

(via Ilarialice)

 

Written by Fabio

02/05/2009 at 11:13 am

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Dedicato a Enzo

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E’ strano come quando uno sia sotto stress sia decisamente ipersensibile. Poi chi scrive e’ uno che decisamente non e’ mai stato molto capace di mascherare le proprie emozioni ed ha un paio di ghiandole lacrimali decisamente attive oltre il dovuto. Insomma, io sono uno di quelli che quando vede la scena finale de “L’attimo fuggente” va di pianto a dirotto con lacrimoni e singhiozzi (difficilmente celabili e latori di enormi imbarazzi).

L’ultima situazione imbarazzante di questo genere mi e’ capitata tornando su a Trieste da Roma in treno. Gia’ l’umore non era proprio alle stelle e poi si sa che “partire e’ un po’ morire”. Io forse non stavo morendo (anche perche’ sono troppe le volte che sono resuscitato), ma proprio benissimo non mi sentivo. Insomma ero un po’ irritabile, diciamo cosi’. E una delle cose che di piu’ mi irritano sono le persone che non sono capaci a servirsi di un treno. Chi ha preso un eurostar alla stazione di Bologna sa capire cosa intendo. Negli stretti corridoi di un eurostar a volte si creano degli ingorghi di gente e trolley che a volte arrivi a Firenze che ancora non sei riuscito ad arrivare al tuo posto. Quando poi si e’ di ritorno o di partenza per le feste e’ il puro delirio.

Nel mio caso il puro delirio si e’ realizzato alla partenza da Roma Termini. Io ormai sono un po’ scafato, quindi ho imparato a capire dov’e’ che dovro’ salire, dove si fermera’ la mia carrozza e un po’ di trucchetti per raggiungere il mio posto prima che arrivi l’esercito del Valigione (il Valigione e’ l’equivalente del SUV in quanto a indicatore di status sociale del viaggiatore). E quindi anche questa volta mi ero seduto e sistemato prima degli altri.

Ora mettici che il treno e’ arrivato al binario solo dieci minuti prima dell’orario di partenza, mettici che la carrozza era piena come un uovo, ma soprattutto mettici una coppia anziana ed ecco che il delirio si trasforma in un piccolo melodramma. Lui accompagna lei al posto, fra mille difficolta’. Fra diecimila difficolta’ riesce perfino a sistemarle il bagaglio (cosa che al giorno d’oggi e’ diventata un gesto di galanteria quasi imbarazzante). Nel frattempo persone che spingono. Nel frattempo gente che e’ salita da un lato e che deve raggiungere l’altro estremo del vagone. Nel frattempo persone che si innervosiscono. Nel frattempo bambini che se tornasse Erode in fondo non sarebbe mica cosi’ male. Nel frattempo il treno che parte silenziosamente, facendo scorrere la stazione dai finestrini.

Lui doveva scendere e non ha fatto in tempo. Lei che e’ un po’ disperata e che gli dice “Enzo! Enzo! e ora? come si fa ora?”. Ecco: questa e’ una di quelle tipiche domande che le donne fanno anche sapendo che lui non puo’ darle una risposta giusta, ma solo perche’ una risposta giusta non esiste. L’unica cosa possibile sara’ sperare nella clemenza del controllore e scendere alla prima fermata possibile: Firenze.

La bambina accanto a me ride e fa l’imitazione della signora anziana facendole il verso. Chissa’ come sara’ quella bambina una volta anziana, chissa’ se avra’ un marito cosi’ premuroso accanto a quella eta’ – mi chiedo io.

Il treno arriva finalmente a Firenze. La multa io penso che non gliel’abbia fatta il controllore. O meglio, non lo so, ma mi piace pensare che sia cosi’, voglio pensarla cosi’.

Lui scende, una volta sceso si avvicina al finestrino della moglie e la saluta di nuovo con la mano sorridendole, contento di aver passato un paio d’ore piu’ del previsto accanto a lei. Poi si allontana.

Io sono li’ a un paio di sedili di distanza. Penso che magari lui potrebbe averlo fatto apposta a non scendere per restare un po’ di tempo in piu’ con lei. Magari no. Penso che un giorno mi piacerebbe essere come loro, come Enzo, un po’ piu’ lento di un mondo che ha tanta tanta voglia di correre. Penso che a volte c’e’ bisogno di prendersi un po’ di tempo per stare con chi si ama.

E penso anche che non e’ bello avere gli occhi lucidi senza una ragione, e allora mi alzo, chiedo permesso alla bambina seduta accanto a me e mi infilo nella prima toilette.

Written by Fabio

10/01/2008 at 11:51 am

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