Ab initio

Ricominciamo. Da capo. (ex Discanto)

Una grandissima scemenza

with one comment

A me questo dibattito sul referendum bolognese inizia a logorarmi un po’. Quindi stamattina sono stato molto sollevato leggendo al bar su un giornale locale il parere di una persona a me particolarmente cara, Giovanni Bachelet.

(DIRE) Bologna, 21 mag. – “Io sei mesi fa mi sono studiato per
dovere d’ufficio i numeri delle scuole di Bologna: ti assicuro che
ha ragione lui (Merola, ndr), e questo referendum e’ una
grandissima scemenza”. E’ il parere di Giovanni Bachelet, gia’
deputato Pd, componente della Direzione nazionale e presidente
del Forum Istruzione del partito, sul referendum contro i
finanziamenti municipali alle materne private: in un dibattito su
Facebook, Bachelet difende il modello di “sussidiarieta’ in salsa
emiliana” e si dice confortato che Romano Prodi, “la pensi come
me”, mentre Vendola fa “nella propria Regione piú o meno cio’
che invece, a Bologna, contrasta come fosse una bestemmia”.
Dibattendo sul social network con chi appoggia il referendum,
Bachelet sottolinea che “l’articolo 33 della Costituzione
inequivocabilmente prevede l’istituzione di scuole libere senza
oneri per lo Stato”, pero’ “il principio di sussidiarieta’
inequivocabilmente prevede che Comuni, Province, Regioni e
Stato possano contribuire con sussidi al funzionamento di ogni
cosa ritenuta di pubblica utilita’ istituita e amministrata dai
cittadini. Scuole incluse”, e questo principio “fa parte a pieno
titolo della Costituzione: l’articolo 118, confermato dagli elettori
con cinque milioni di voti di scarto nel referendum di fine 2001”.
Istituire e finanziare integralmente, o invece sostenere con un
sussidio parziale, non e’ evidentemente la stessa cosa: per
questo, argomenta, i due articoli della Costituzione sono
compatibili. Chiamando in causa i numeri, Bachelet evidenzia poi
che le private paritarie accreditate nel sistema pubblico sono una
parte “marginale e accessoria” rispetto a quelle istituite da Enti
Locali e Stato, che pertanto erogano a loro “un contributo piccolo
rispetto al totale investito nelle scuole statali o comunali”.

Quello che va alle private e’ poi,
prosegue Bachelet, un sussidio: il 10%-20% rispetto al costo
totale di ciascuna scuola privata paritaria, cosicche’ “a parita’ di
fondi pubblici impiegati, il sussidio sostiene un’utenza fra cinque
e 10 volte piú grande rispetto a quella sostenibile usando quegli
stessi soldi per istituire e poi finanziare integralmente qualche
altra scuola statale o comunale”. E’ la sussidiarieta’ in salsa
emiliana, “il contrario del buono scuola lombardo, quello si’
molto probabilmente incostituzionale perche’ sostitutivo e non
complementare o sussidiario rispetto all’intervento statale e degli
enti locali”, sottolinea Bachelet.
A Bologna, invece, togliendo il sussidio alle materne private “si
ottiene un risultato netto contrario a quello sbandierato: una
buona meta’ delle scuole paritarie senza quel sussidio
probabilmente chiuderebbe” e “dei circa 2.000 ragazzini
attualmente serviti a Bologna da queste scuole- avverte
Bachelet- un migliaio resterebbero senza scuola d’infanzia, ne’
pubblica ne’ privata, perche’ con un milione di euro l’anno
sarebbe matematicamente impossibile istituire per tutti e mille
quei bambini un numero sufficiente di nuove scuole finanziate al
100% dall’ente pubblico”. Infine domanda: non e’ “singolare che
si cominci a porre una questione di principio sul diritto alla scuola
dell’infanzia proprio a Bologna, dove questa ‘toppa’ paritaria e’
minima e da vent’anni svolge bene la propria funzione in un
ampio ‘vestito’ pubblico, finora resistente a strappi e tagli allo
stato sociale”, anziche’ “in molte regioni e citta’, per lo piú
amministrate da destra, dove anche prima dei recenti tagli allo
stato sociale” la domanda di nidi e scuole materne non era
soddisfatta quasi per niente dal pubblico?

Written by Fabio

22/05/2013 a 7:52 am

Pubblicato su Bologna, Politica

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Una Risposta

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  1. Solo per amore di logica rilevo che l’argomentazione è farlocca. Se il sussidio rappresenta il 10% del costo l’effetto dell’eliminazione dello stesso sarà un aumento del 10% delle rette (in realtà un po’ di più, non ho voglia di fare il conto), non la chiusura di una metà delle scuole. Se spendo 600 euro per mettere mio figlio a un asilo privato probabilmente, con qualche sacrificio in piú lo metteró anche a 660.

    momobo

    22/05/2013 at 8:04 am


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